I RACCONTI

In omaggio a Kahlil Gibran e Antoine de Saint-Exupéry, James ha impregnato i suoi racconti con una simile aura di incanto e saggezza. Tuttavia, invece di focalizzarsi sui temi delle loro opere, James approfondisce la coscienza Sovereign Integral e la sua intersezione con l’esistenza umana.

Attraverso i suoi racconti, James offre una prospettiva fondata sulla coscienza, sull’umanità e sull’interconnessione di tutte le cose. Illustra come queste possano lavorare in partnership e come la coscienza Sovereign Integral possa essere incarnata nella nostra vita quotidiana.


I RACCONTI

Viaggiatori su un ponte

Un giovanotto camminava lungo una strada in alta montagna. S’imbatté in una vecchia che viaggiava nella direzione opposta. Mentre s’incrociavano sul ponte, ognuno sul proprio lato, il giovane domandò: “Mi scusi, signora, la strada continua più facile o più difficile?”

La donna si fermò. “Vuoi che risponda a questa domanda o a quella che stai veramente chiedendo?”

Il viaggiatore rifletté un attimo e rispose: “Se lei è così saggia, allora lo decida lei; ma mi dica: qual è la domanda che sto realmente chiedendo e lei come fa a conoscerla?”

“Facciamo tutti la stessa domanda, è per questo che lo so. Soltanto che usiamo parole differenti.”


Al pozzo

Un giorno, circa tre settimane dopo il loro primo incontro sul ponte, il sentiero della donna e del giovanotto tornò a incrociarsi. Una mancanza d’acqua stava colpendo l’intera valle e c’era solo un pozzo, profondo e limpido, che continuava a fornire acqua senza interruzione. Le persone viaggiavano da tutta la regione per attingere a questo pozzo. Alcuni a piedi e altri con carri trainati dai cavalli.

Il pozzo era noto ovunque come il “sommo pozzo”, Era tarda sera quando il giovanotto infine lo raggiunse, portando con sé la sua brocca vuota.

Nella luce che andava declinando vide la donna con cui aveva parlato di concetti così ampi da non avere mura intorno a loro, poiché non erano inventati dalla condizione umana. …


Sotto l’albero

La donna si diresse verso un grande albero a poca distanza. “Andiamo là. Mi sono già seduta sotto quell’albero. Praticamente mi conosce.” A dispetto della mancanza di luce, il giovanotto potè udire il suo sorriso. Lui annuì e i due percorsero insieme la breve distanza in silenzio. Una volta arrivati, la donna si sedette e si appoggiò al tronco dell’albero e il giovanotto le si sedette di fronte. Tra loro stava la tanica d’acqua.

“Il nucleo scende sempre più in profondità” la donna iniziò. “Si muove sempre in direzione dello sconosciuto. Questo è vero sia per il sovereign che per il campo di unità da cui il sovereign dipende. La coscienza uno, molti e tutto non è una cosa statica. Evolve nello spaziotempo, e noi siamo parte di questa evoluzione. …


Al mare

Una o due volte all’anno, l’uomo era solito fare un lungo viaggio al mare. Era una vacanza che aveva organizzato l’anno in cui era diventato indipendente, e da allora faceva fedelmente almeno una gita al mare, la sua meta preferita al mondo… almeno, del mondo che conosceva.

Il mare gli offriva un nuovo orizzonte; lo sentiva vasto e infinito come lo spazio, solo che era sulla Terra. Poteva nuotare e immergersi sotto la sua superficie, in nuovi mondi con nuove creature. Poteva vedere l’orizzonte estendersi davanti a lui nello sconosciuto.

Scendendo la scogliera verso la spiaggia, vide parecchie persone che frugavano nella sabbia. Era anche il suo passatempo preferito….


In riva al mare

Il mare ha un mix inebriante di movimento e suono, specialmente quando si cammina da soli lungo la battigia. Non ci si è proprio dentro, ma lo si può vedere, inspirare, percepire, odorare, toccare. Tutti i sensi si attivano contemporaneamente. Il giovane uomo rifletteva su come il suo subconscio fosse in realtà il primo osservatore, e pensava: in che modo il subconscio percepisce? Possiede il senso dell’olfatto? Il senso del tatto?

Camminava seguendo la donna, tenendo a mente che non era la sua maestra. Le onde, infrangendosi nella baia, erano così rumorose che dovette alzare la voce per farsi sentire. “In che modo il subconscio percepisce la nostra realtà? Prima ha detto che il subconscio nutre i nostri sensi, Se questo è vero, allora deve avere cinque sensi. Ma come?”


Nel deserto

Era una giornata calma, senza un solo alito di vento, il sole torrido ma non inclemente. Il deserto era una delle mete favorite della donna fin da quando era bambina. Dalle scogliere che sovrastavano la spiaggia era una breve, seppur rischiosa, passeggiata. Quasi nessuno conosceva il posto, e quelli che lo conoscevano lo evitavano per non correre il presunto rischio di perdersi. C’erano molte storie di ignari turisti che dopo aver viaggiato sulle dune di sabbia avevano smarrito la strada per non essere mai più visti.

Dopo aver camminato lungo la riva del mare, il contrasto con il deserto era così netto da togliere il fiato. La donna conosceva un’oasi circondata da dune alte come colline. Percorrere quella distanza non era un’impresa facile, e se ne tenevano lontani tutti tranne i più avventurosi. …


In viaggio da Sitara

Per la visitatrice il viaggio non era facile. Stava sulla gobba del cammello a circa tre metri dal suolo del deserto e a ogni passo quasi perdeva l’equilibrio, specialmente quando risalivano la china sabbiosa di una duna. Era verso sera e i suoi compagni, un uomo e due donne, la stavano scortando al luogo dove viveva la loro venerabile maestra, una donna anziana come lei.

Viaggiavano soltanto di notte perché era più confortevole. La temperatura del deserto si raffreddava tra le due e le sei del mattino se non c’era vento, mentre con il vento diventava di un freddo pungente. Se viaggiare nel deserto tra le otto del mattino e le otto di sera non era un buon momento per i cammelli, tanto più non lo era per gli umani. Soltanto nell’arco di tempo tra quegli orari la temperatura diventava favorevole.


Sitara e il leone

La luce fioca, man mano che si avvicinavano, si trasformò nel dinamismo di un falò che lanciava scintille e luce in ogni direzione che l’occhio riusciva a vedere. Se le fiamme potessero danzare, quelle fiamme danzavano… quasi ad altezza umana.

L’uomo si rivolse alle sue compagne, erano ancora lontani circa centro metri. “Io vado a informarli che stiamo portando un’ospite. Non vorrei qualche sorpresa. La nostra gente non riceve visite dagli stranieri…” e fece una pausa, “ …mai. Meglio avvisarli e assicurarci che sappiano perché siamo qui.”

 


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