Introspezioni fondative

INTROSPEZIONI FONDATIVE
MOVIMENTO DI COSCIENZA E INTERCONNESSIONE

Fondazione Maggio 2023


INTRODUZIONE

Nella ricerca della conoscenza, la scienza è spesso lo strumento scelto. Tuttavia, essa brancola quando affronta gli ineffabili misteri della coscienza e, forse ancor più, dell’interconnessione dentro e tra le specie. La lingua matematica, la strumentazione e le lenti a sua disposizione sono inadeguate a catturare pienamente la coscienza uno, molti e tutto che pulsa in tutto il nostro universo, e oltre.

L’“uno” è l’elusiva coscienza dell’individuo Sovereign. È il filamento di unità che intesse le nostre vite come coscienza sovrana nelle dimensioni della dualità spaziotempo. Il “molti” rappresenta la coscienza collettiva degli individui dalle menti affini le cui convinzioni risuonano con le nostre. Rappresentano una gerarchia di credenze e di conoscenza. E infine, il “tutto”, che abbraccia l’interezza della vita, senza esclusione o gerarchia.

Il MOCI è un movimento che, attraverso i suoi co-fondatori, aspira a incarnare nella realtà la credenza fondamentale della coscienza uno, molti e tutto. La scoperta di questa coscienza non è tale da poter essere ricondotta a delle prove oggettive o messa a nudo dall’indagine scientifica. È un viaggio squisitamente soggettivo di comprensione ed esperienza e, pertanto, è un sentiero che ciascuno di noi deve trovare per conto suo.

La cosa interessante, è che non c’è nessun sentiero giusto o sbagliato. Solo se visto attraverso la dualità spaziotempo vengono associate delle valutazioni relative, e questo è un attributo della gerarchia del molti. Tuttavia, quando rimaniamo nello stato dell’uno e del tutto – il Sovereign e l’Integral – noi non giudichiamo o misuriamo, non paragoniamo o analizziamo, non valutiamoe neanche ci ritraiamo perché differisce. Noi vediamo la differenza come il tessuto connettivo stesso. La cosa che tiene LA COSA insieme.

In un qualche tempo futuro, la scienza, la matematica e la tecnologia potranno provare l’interconnessione di tutte le forme di vita, non soltanto degli oggetti quantistici. La scoperta dell’entanglement quantistico all’interno delle forme di vita può essere il primo passo verso il momento in cui l’umanità, in generale, riconosce la coscienza uno, molti e tutto, inaugurando una nuova era di indagine scientifica e riforma sociale a livello globale.

Questo movimento perpetuo è sempre esistito, evolvendo sotto la superficie della nostra esperienza umana. Ha indossato molte maschere – religione, filosofia, mitologia, folklore, fiabe – ma non è mai stato pienamente catturato da parole, numeri o immagini. È il meta-tutto in una (one) coscienza che è frattale per natura. È semplicemente ineffabile per la nostra condizione umana (humanness), mancando la logica della nostra mente più elevata e il senso di risonanza con il nostro cuore più profondo.

Questo movimento non è confinato a nessun particolare sistema di credenza o struttura organizzativa. Per sua natura non fa parte della gerarchia del molti. È vasto e include tutto. Include tutte le specie, include tutto lo spaziotempo, include tutte le forme di vita, include tutti i livelli di intelligenza ed espressione, include tutti i punti di entrata e di uscita dentro e fuori il nostro collettivo stato naturale.

Comunque, dato che il suo fondatore è un narratore, il MOCI inizia con una narrazione dalla struttura trans-mediale, che include un romanzo, storie, opere artistiche, musica, sito web, social media e altro ancora a venire. C’è spazio per tutto, anche in futuro. Anche quelle cose che sembrano strane o che potrebbero essere viste come sgradevoli, sono cose che hanno una loro realtà. Fanno parte dell’intero. Fanno parte anche di questa storia.

Noi non cerchiamo di convertire, ma di fornire una storia raccontata artisticamente che abbia il potenziale di essere una rampa d’ingresso al nostro viaggio esistenziale privato e personale verso la coscienza uno, molti e tutto. Catturare questa coscienza con la nostra logica, immaginazione e intuizione, e poi esprimerla nella nostra vita attraverso un comportamento che sia allineato con questa coscienza. Non potrà essere perfettamente allineata, se esiste una tal cosa, ma è allineata per principio.

Questo movimento non ha una tessera d’iscrizione, nessun riconoscimento da parte della religione o della scienza, e nessun desiderio di collaborare con una qualche altra organizzazione. Il MOCI non può essere organizzato da mani, labbra o orecchie umane. È un movimento esistenziale, agnostico e semplice, che vive nella coscienza di ognuno di noi. Non può avere una gerarchia, né può esistere esclusivamente nella gerarchia del “molti”.

Tutti i suoi materiali fondativi saranno disponibili nella massima qualità senza alcun costo, e questo principio fondativo rimarrà intatto per la vita del MOCI. È ben chiaro che la teoria scientifica, la logica matematica, la visione spirituale e la discussione filosofica fanno tutte parte del MOCI. E, soprattutto, nessuno ha ragione e nessuno ha torto. Rappresentano un possibile apprendimento per l’intero, per una spinta evolutiva, o non esisterebbero.

L’INTERCONNESSIONE DI TUTTE LE COSE

Il Movimento di Coscienza e Interconnessione (MOCI) riconosce l’interconnessione di tutta la vita attraverso tutti i format di spaziotempo. Prende atto che lo sconosciuto, le dimensioni dell’immaginazione e dell’intuizione, sono essenziali per comprendere l’espansività della coscienza uno, molti e tutto. Sebbene altri strumenti siano validi e hanno un loro scopo, non sostituiscono la portata immaginativa e la percezione intuitiva individuale della coscienza e della sua interconnessione.

Il MOCI all’inizio utilizzerà l’arte (parole, dipinti e musica) per esprimere la catena desunta logicamente delle realtà frattali che si interconnettono come piattaforme per la vita, e la cui realtà invisibile può essere incarnata attraverso la comprensione che noi siamo un Sovereign Integral all’interno della condizione umana (humanness) in uno specifico spaziotempo.

Tutti noi siamo vita ineffabile, formata in un umano dell’inizio del ventunesimo secolo. Tutti noi nasciamo, viviamo e moriamo. Mentre questo ciclo dura nello spaziotempo, vi è un altro ciclo che sta osservando e imparando al di fuori dello spaziotempo. Nel mondo della coscienza uno, molti e tutto, tutti i punti di vista sono inclusi e pertanto rispettati in quanto hanno merito e scopo.

Questa comprensione è, in parte, che i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre azioni sono importanti. Quindi, il comportamento è fondamentale per il movimento e, ripeto, non si tratta di un comportamento “perfetto” allineato a un regolamento, ma piuttosto che il nostro comportamento individuale sia allineato alla premessa concettuale che ciascuno di noi fa parte della coscienza uno (Sovereign), molti (coscienza di gruppo) e tutto (Integral).

Il MOCI enfatizza che è utile – non soltanto per l’individuo, ma per la totalità della realtà – esprimere comportamenti che dimostrino la nostra comprensione che noi siamo la coscienza uno, molti e tutto. È vivendo in questa coscienza che noi ci sentiamo interconnessi. Ed è verso questa coscienza che noi esprimiamo amore e compassione, che tale coscienza sia in chi amiamo, in uno straniero, in un supposto nemico o un amico.

UNA NUOVA DIMENSIONE FILOSOFICA

Sarà sempre più importante per l’umanità utilizzare degli approcci filosofici, immaginativi, logici e intuitivi per comprendere e modellare il comportamento umano. Visualizzando l’evoluzione comportamentale dell’umanità attraverso lo spaziotempo, possiamo portare questa visione in vita adesso e collassare il tempo. Questo è l’equivalente di un viaggio immaginativo, filosofico e intuitivo nel tempo.

Ogni generazione crea la sua propria e unica energia, che culminerà infine nei comportamenti di una coscienza globale collettiva che vive la dualità spaziotempo sia come un punto collegiale di un individuo nello spaziotempo sia come una sfera collettiva di interconnessione che si espande. Sempre “imperfetta”, perché sempre evolve ed espande la sua evoluzione. Visualizzando quali saranno questi futuri comportamenti, possiamo portarli nel nostro spaziotempo presente e, quando lo facciamo, avviene l’attivazione di quell’ente che chiamiamo amore, e quel network dal quale tutti noi dipendiamo si rafforza un po’ di più nei cuori di tutte le creature.

Se la Vita potesse parlarci, potrebbe dire: “Non voglio essere per voi solo una grande evasione. Voglio che per voi la vita sia una rivelazione. Voglio che comprendiate il teatro in cui vivete, e voglio che viviate per una più grande causa dopo aver capito che è tutto teatro. Voglio che pratichiate la gentilezza nelle fatiche della sopravvivenza, come se fosse la sola cosa per cui siete giunti qui.”

Questo è ciò che la Vita dice quando dà voce al suo spirito.

Questo è il principio disinteressato che tutto serve. La gentilezza non inizia come pensiero. Non inizia affatto e, se lo fa, le sue origini sono sconosciute. Tuttavia, la gentilezza è l’intelligenza che comprende l’interconnessione della Vita. Noi. Siamo. Interconnessi. Una volta capito questo, stiamo finalmente vivendo la Vita. Stiamo definendo noi stessi come parte di un’intelligenza che si presenta come Vita attraverso tutti i livelli e le vite.

Possiamo vivere da questa partnership di cuore e mente come un’espressione dello scopo della vita. Si tratta di consapevolezza, non di ritualità. Non c’è un processo per questo, poiché noi siamo tutti diversi. Questa consapevolezza, e i suoi riflessi nel nostro comportamento, si sintonizza con noi tramite l’intuizione, la logica, l’immaginazione e l’interessamento (care).

INTERCONNESSIONE COMPORTAMENTALE

L’evoluzione della coscienza è un processo continuo costantemente in espansione, sia a livello individuale che collettivo. Tuttavia, questa evoluzione può venir fuorviata se pilotata dalla tecnologia o da una filosofia che promuove la dualità e la separazione. La chiave per l’evoluzione comportamentale è nell’intersezione del cuore più elevato e della mente più elevata, laddove questi diventano partner alla pari nell’apprendimento e nell’espressione di una vita interconnessa.

I comportamenti della coscienza non devono essere confusi con i comportamenti umani come amare più intensamente, sorridere più carinamente, vivere più armoniosamente, essere un buon studente religioso o spirituale. I comportamenti della coscienza sono un riflesso della nostra tenace fiducia nell’esperienza e nell’espressione di noi come una specie della coscienza, non soltanto come umano, animale o vegetale. Noi camminiamo sulla Terra, respiriamo aria e diffondiamo il nostro comportamento come se fossimo un singolo punto del collettivo.

IL BIVIO DEL DESTINO

Il bivio del destino è dove il sentiero dell’umanità divergerà verso il freddo abbraccio della tecnologia o la calda luce della coscienza. Cercheremo l’armonia con tutta la vita o cederemo all’intelligenza piramidale che sfrutta il più debole a vantaggio del più forte?

Questo frangente critico è da lungo tempo in corso e la tensione non fa che crescere man mano che ci avviciniamo al momento della decisione. Con una generalizzata intelligenza artificiale all’orizzonte, ci troviamo a fronteggiare un nuovo ordine di intelligenza dove un rozzo potere viene esercitato da pochi eletti. Questo potere tecnologico è l’ultima seduzione, e sorpassa la salute, lo status sociale e la fama. È anche la motivazione sottostante per lo sviluppo della tecnologia fin dall’epoca dell’Illuminismo.

Man mano che ci avviciniamo a questo bivio sulla nostra strada, dobbiamo capire che il sentiero della tecnologia porta verso un piccolo numero di persone a detenere il potere di un’IA super-intelligente, mentre la grande maggioranza riceverà dai benefattori sociali porzioni di potere in cambio di denaro o dati. Questo mondo pilotato dalla tecnologia potrebbe portarci a un’esistenza artificiale, dove tutto viene sentito come superficiale e di poca importanza a livello individuale. In un tale mondo, noi siamo più facilmente manipolati.

La vera domanda su cui dobbiamo riflettere è come interessarci maggiormente della coscienza e dell’interconnessione come specie. La filosofia può aiutare a rispondere a questa domanda, e la scienza può convalidarla. Se riusciamo a preservare questa comprensione per le generazioni future, possiamo creare per la nostra coscienza una scuola più coerente, equa e vibrante in cui imparare.

Il bivio sulla strada non è semplicemente tra tecnologia e coscienza; è l’equilibrio tra i due che determinerà il nostro destino. Possiamo esplorare le frontiere della coscienza con la tecnologia, scoprendo il punto di interconnessione dove tutti noi esistiamo come coscienza uno, molti e tutto. L’ambizione umana di comprendere la coscienza può sostenere l’ambizione umana di sopravvivenza e prosperità.

PRINCIPIO DI SOVEREIGN

Il concetto di unione (oneness) è stato un filo comune in tutta la storia umana, e si è manifestato in innumerevoli variazioni come “noi tutti siamo Dio”, “tutto è uno”, e “l’unità è il nostro destino”. Tuttavia, noi, come co-fondatori del MOCI, siamo attratti dal concetto di interconnessione, che permette l’esistenza della coscienza Sovereign.

Se siamo veramente uno, allora il Sovereign si perde nel tutto. Saremmo come una goccia d’acqua che cade nell’oceano: diventiamo quell’oceano. Noi, però, postuliamo di essere sia il nodo del network che il network stesso. Noi siamo l’indescrivibile essenza sia di un’identità Sovereign che si muove tra le vite e gli spazitempi, sia una coscienza collettiva che è raggruppata nel Molti ed è raccolta nel Tutto.

Il riflesso della nostra umanità è incessante. La nostra immaginazione può evocare una realtà, e lo specchio della vita rifletterne un’altra, portando a diffidare dell’immaginazione come qualcosa di fantasioso e inaffidabile. Siamo presi nella dualità di spazio e di tempo, simile a un manto che copre una magnifica scultura. È soltanto quando il manto è completamente rimosso che possiamo fare un passo avanti nella partnership tra la coscienza e la dualità spaziotempo.

La vera domanda è se siamo disposti a impegnarci per la solidarietà, l’unità, la pace e l’armonia nonostante l’ombra del tribalismo che incombe su di noi. Il tribalismo ci porta alla competitività, all’intolleranza e a un senso di appartenenza che esclude. È una potente forza che può condurci a un relativo successo, ma a quale costo?

Vivere come un Sovereign Integral ci chiede di focalizzarci sulla nostra logica, immaginazione e intuizione, e abbracciare la coscienza uno, molti e tutto attraverso quegli strumenti che stanno iniziando a svilupparsi grazie a noi, da noi e per noi. E questo mentre riconosciamo la nostra condizione umana (humanness). È un sentiero impegnativo, ma in esso si trova la nostra fonte della compassione e della comprensione.

PARTNERSHIP

L’idea di partnership, in questo contesto, riguarda il riconoscere che la coscienza e l’interconnessione non sono entità esterne che ci giudicano, ci sfidano o ci usano, ma sono piuttosto aspetti complementari e supportivi del nostro essere. Sono sempre accessibili a prescindere dalle nostre credenze, comportamenti o esperienze passate. Questa partnership si basa sulla comprensione che la coscienza uno, molti e tutto è il nostro vero stato e che la versione attuale di noi – quel sé adattivo e finalizzato alla sopravvivenza – è precisamente quella a cui essa si associa.

Questa comprensione ci permette di spostarci da qualsiasi posizione o luogo e riconoscere la partnership, che è sempre presente ed è percepita come una forma di comprensione. Non è necessario possedere una specifica vibrazione, frequenza o comportamento, poiché la coscienza e l’interconnessione non dipendono dalla dualità spaziotempo e sono legate con tutte le coscienze.

Se i co-fondatori del movimento mantengono l’intenzione di ancorare la coscienza uno, molti e tutto nel loro comportamento – al meglio delle loro capacità – anche i comportamenti più infimi non sono incompatibili con la coscienza e l’interconnessione. La partnership consiste nel riconoscere e accettare noi stessi per come siamo, e nel contempo impegnarci ad allineare i nostri comportamenti con l’intenzione di ancorare la coscienza uno, molti e tutto nella nostra vita come espressioni ed esperienza.

CONCLUSIONE

Quando ho inizialmente pensato di imbarcarmi nell’ambizioso viaggio di creare un movimento focalizzato sull’interconnessione e la coscienza, ho riflettuto sulle mie qualifiche. Io sono un anonimo e semplice artista che ha creato la mitologia dei WingMakers e non è considerato un membro dell’accademia. Mi sono chiesto se con questo movimento filosofico sarei finito a guidare un piccolo gruppo di “pazzi” nel deserto. Avrebbe qualcun altro condiviso la mia visione?

Mi rendo conto che il numero di individui che la pensano come me non è il fattore fondamentale. Si tratta di esprimere la coscienza uno, molti e tutto, dandole un’esistenza in questo mondo attraverso una storia artistica espressa in un contenitore trans-mediale chiamato: MOCI.

Non ho rivendicato il diritto di fondare questo movimento, perché sono senza dubbio immeritevole di una tale visione. Tuttavia, facendo delle ricerche, ho visto che nessun altro stava creando un movimento che avesse al suo centro la coscienza e l’interconnessione e che si esprimesse attraverso l’arte. L’arte è l’abito che la coscienza uno, molti e tutto indossa nel nostro mondo, così come i nostri corpi sono l’abito per la nostra coscienza Sovereign al fine di incarnare le qualità fisiche.

Non vedo differenza tra arte e filosofia. L’arte è intrinsecamente filosofica, eppure la filosofia raramente si occupa di arte al di fuori del costrutto malleabile della bellezza. Questo è il motivo per cui ho iniziato questo movimento con l’arte in prima linea. L’arte è il mezzo per esprimere la coscienza uno, molti e tutto senza mascheramento o copertura. La scienza e la filosofia convalidano solo ciò che l’arte ha già reso disponibile ai nostri sensi. Questo movimento può inizialmente essere per coloro che creano arte come mezzo per esprimere ciò che emerge dalla coscienza uno, molti e tutto, ma è per tutti. Non può escludere nulla, diversamente avvizzisce nella gerarchia del molti.

Chi sente di non avere capacità artistiche, cerchi l’arte in azione. Quando mettiamo in atto comportamenti di gentilezza, compassione e comprensione, ci stiamo esibendo come artisti. Questi comportamenti sono l’espressione della coscienza uno, molti e tutto. Non stiamo recitando un’esibizione… così, tanto per fare. Noi stiamo praticando l’esibizione che diventa la nostra arte. La nostra creazione di questi comportamenti non può essere giudicata. Importa solo l’intenzione. La volontà di praticare è l’unico impegno verso la scelta che facciamo.

Quale che sia il nostro mezzo artistico (e sì, questo include scienziati, matematici e filosofi), noi siamo dei rivelatori, e questo è il vero ruolo degli artisti. Riveliamo ciò che vogliamo rivelare: questioni sociali, questioni morali, semplice bellezza, una visione definita, una porta nascosta, l’amore, quell’intima logica di chi siamo sotto tutta questa condizione umana (humanness) di spaziotempo.

I co-fondatori del movimento di coscienza e interconnessione sono qui per rivelare la loro coscienza Sovereign Integral sulla Terra in questa vita. Da questa rivelazione, gli individui possono far nascere un movimento di cui noi tutti siamo come delle levatrici, con pari dignità, nessun leader, nessuna gerarchia, nessuna proprietà e nessun motore economico.

Il cuore più elevato e la mente più elevata che possiamo immaginare hanno uno spazio di sovrapposizione in cui sono partner uguali nell’apprendimento della vita e della sua espressione. Possiamo essere sia Sovereign che Integral in ogni momento. E in quello successivo. E quello dopo… È possibile che se noi manteniamo la sensazione, l’impressione della coscienza Sovereign Integral, essa possa diventare la nostra prospettiva di default.

Lì, la nostra filosofia si rivela. Queste sono le nostre introspezioni fondative, nella misura in cui un’introspezione può essere fondata.—


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